Il nuovo lungometraggio Disney Pixar è uscito nelle sale italiane il 21 giugno 2023 ed io, per la prima volta, non sono corsa a vederlo la sera stessa.

Le previsioni erano a dir poco nefaste, il web pullulava di recensioni negative e le stime del botteghino non erano delle migliori.

Avevo paura di restare delusa e ho deciso di rimandare, poi, ad un certo punto, non ce l’ho fatta più.

Non appena ho visto l’anteprima disponibile su Amazon Prime, ho preparato i popcorn e ho premuto play*.

Piccola panoramica sulla trama: la narrazione si svolge ad Element City, una cittadina popolata da curiosi abitanti che rappresentano i 4 elementi: acqua, terra, aria, fuoco.

La protagonista della storia è Ember, fuoco, e il co-protagonista è Wade, acqua. Definisco Wade co-protagonista perché, a mio avviso, la figura centrale è proprio quella di Ember. Una fiamma trattenuta, alla ricerca della sua strada.

Sembrava tutto “già visto”, così recitavano molte delle recensioni.

La storia d’amore sulla falsa riga di Romeo e Giulietta, gli scenari urbani fin troppo simili a quelli di Zootropolis, il character design troppo vicino a quello di Inside Out, la ricerca del “senso” già vista in Soul.

Io, in Elemental, non ho visto nulla di tutto questo. O forse c’era, per carità, ma quel che ho visto, sopra ogni cosa, è la rappresentazione di un conflitto interiore in cui mi è stato difficile non riconoscermi.

Ember, figlia di fuocherelli immigrati dalla Terra del Fuoco, cresce e lavora nel negozio di famiglia, “Il Focolare”, messo in piedi con grandi sacrifici e duro lavoro dai genitori.

Pare che il suo destino sia già segnato: quando sarà pronta, il Focolare sarà suo.

Ember, però, ha qualche problema a gestire la rabbia. Si infiamma, letteralmente, e perde spesso la pazienza davanti ai clienti. Non ci è dato sapere, fino a storia inoltrata, a cosa siano dovuti questi “attacchi”.

Lo comprendiamo solo quando, ad un certo punto, lo dichiara apertamente: forse, non ha mai desiderato davvero gestire l’attività di famiglia. Forse, il suo sogno, è un altro.

Ed è proprio Wade ad accompagnarla nella scoperta del suo desiderio, quello di vivere della sua arte.

Non mi addentro in ulteriori spoiler ma desidero concentrarmi proprio su questo punto: Elemental non è “solo” una storia d’amore. Non è nemmeno “solo” una storia di diversità, di integrazione, di accettazione.

Elemental è anche una storia che ha a che vedere con lo spirito imprenditoriale.

Prima di tutto, quello dei genitori di Ember che, costretti ad abbandonare la loro terra, hanno saputo reinventarsi e costruire qualcosa di speciale. Un luogo in cui far sentire a casa i propri clienti (anche quelli più difficili!). Letteralmente, un “focolare”, lontano dalla propria casa di origine.

Poi, quello di Ember, che coltiva la sua vocazione al riparo da qualsiasi giudizio, timorosa di esternarla perché il senso del dovere e il senso di riconoscenza nei confronti dei genitori sono, per lei, più importanti di qualsiasi sogno.

Solo che i sogni, anche quando li teniamo chiusi a chiave in un cassetto remoto, si fanno spazio e richiedono attenzione. Se non diamo loro credito, si manifestano per vie traverse. A volte, generano un malessere che diventa difficile da controllare.

Il fuoco della creatività è una piccola scintilla che, con il giusto innesco, si trasforma in un falò indomabile.

Quando Ember incontra Wade, acqua, lui spegne la rabbia, con una dolcezza e una purezza disarmanti, e attiva quella scintilla.

L’incontro genera così una reazione:

l’amore rende possibile l’impossibile.

  • Un amore tra 2 elementi contrapposti, possibile.
  • Trovare il coraggio per seguire i propri sogni contro ogni aspettativa, possibile.

La tagline del film recita, d’altronde:

“Gli opposti reagiscono”

Tenendo conto di questo, possiamo considerare il film come una torta a due strati: sul piano più superficiale, certo, c’è la storia d’amore. Montecchi e Capuleti. Acqua e fuoco.

Poi, però, c’è un altro piano di lettura, quello dei sogni, dei desideri, delle aspirazioni.

Quante volte, nei film americani, abbiamo sentito questa frase:

“Papà/mamma, questo non è mai stato il mio sogno, è sempre stato il tuo sogno”

Frase generalmente pronunciata dal quarterback di turno che, poco prima dell’ultima partita decisiva, con recruiter in platea, getta il casco a terra e decide di mollare tutto per fare altro, per fare quel che ha sempre, segretamente, sognato.

Quindi sì, Elemental parla anche di imprenditoria, intesa come “atto di intraprendere”: una strada diversa, un percorso desiderato anche se magari più impervio.

Ember trova il coraggio e la forza per emanciparsi da un sogno che non le appartiene. In questo caso lo fa soprattutto grazie all’incontro con Wade ma non sono sicura che Wade sia decisivo, in questa presa di posizione (comunque rispettosa dei sentimenti e dei sacrifici della sua famiglia che poi, comunque, accetta con amore la sua decisione).

Penso questo: se il sogno di Ember non fosse stato forte abbastanza, non si sarebbe mai innamorata di lui.

Invece, lo era. Aveva solo bisogno di quell’innesco. Per questo ha prestato attenzione.

Aveva bisogno di qualcosa di opposto a lei, alla storia che si raccontava, che la mettesse nella condizione di reagire e cambiare per poi costruire.

Per molt* di noi è stato così. Abbiamo creduto, per un periodo più o meno lungo, che il nostro destino fosse già scritto. Poi, abbiamo incontrato qualcuno o qualcosa: una persona, un’occasione.

Abbiamo prestato attenzione. Dentro di noi, fuori da noi.

Poi, abbiamo trovato il coraggio di cambiare, e di intraprendere il nostro percorso da liber* professionist*.

Abbiamo fatto un inchino di riverenza a chi immaginava un futuro diverso per noi, e infine abbiamo deciso di partire per il nostro viaggio.


Spero questa riflessione “inusuale” possa convincerti a guardare Elemental, che d’ora in poi inserirò sempre nella lista di film da vedere per i miei studenti di Pizzettacademy 🙂 Se ti va, fammi sapere cosa ne pensi!

Buona visione,

Juice


* Il film è disponibile per il noleggio su Amazon Prime Video, a 11,99€ per la versione SD, a 13,99€ per la versione HD.

P.s. questo articolo non è sponsorizzato, il mio è un consiglio dal cuore! 🙂


Se sei alla ricerca di altri spunti per la tua attività imprenditoriale, dai un’occhiata agli ultimi articoli sul nostro blog!

Se invece stai pensando di dar vita ad una nuova attività imprenditoriale ma non sai da che parte cominciare, Pizzettacademy potrebbe proprio fare al caso tuo!